giovedì 20 ottobre 2011

8a, 9a lezione: 19 ottobre 2011

A) Modifiche al paradigma aristotelico:
1) la teoria dell'impeto di Buridano

Tre elementi vanno individuati nel processo di caduta: la pesantezza del corpo, l'impeto, la velocità. La pesantezza del corpo è la causa di una velocità costante, inoltre in ogni intervallo di tempo essa produce un impeto che a sua volta nell'intervallo successivo produrrà un incremento di velocità.

2) Il teorema della media e i contributi di Oresme alla quantificazione delle qualità; legge del moto uniformemente accelerato; fattorizzazione di grandezze intensive ed estensive




















3) Le analisi di Pierre Duhem
Affinchè un attributo presente nei corpi possa esprimersi con un simbolo numerico, è necessario e sufficiente, secondo il linguaggio di Aristotele, che appartenga alla categoria della quantità e non alla categoria della qualità (p.120)
Ma: una medesima qualità può manifestarsi con una molteplicità di intensità differenti (p.129)
Innalzamento di intensità (intensio), abbassamento di intensità (remissio) (p.123)
Quantità sono additive, qualità no (p.131)
Il linguaggio dell’algebra consente di ragionare tanto sulle diverse intensità di una qualità, quanto sulle diverse grandezza di una quantità (p.133)

B) Dall'assumere l'impossibilità del motore perpetuo si ricavano leggi scientifiche

1) Sei secoli di tentativi volti alla realizzazione di un motore perpetuo























2) La dichiarazione dell'Accademia delle Scienze del 1775
L'Accademia ha approvato quest'anno di non esaminare alcuna soluzione di problemi sui seguenti argomenti: La duplicazione del cubo, la trisezione dell'angolo, la quadratura del cerchio o alcuna macchina per dimostrare il moto perpetuo. Consideriamo doveroso da parte nostra spiegare i motivi che ci hanno condotto a questa determinazione. La costruzione di una macchina del moto perpetuo è assolutamente impossibile.

3) Le analisi di Planck (1887)
Bisogna considerare che si è lavorato per secoli riguardo alla fondazione di questa proposizione; ci furono persone che non temevano di rischiare vita e beni per confutare le affermazioni di questa proposizione attraverso la creazione di valore-lavoro dal nulla. Se infatti si vuol ritenere valida una prova indiretta ottenuta sperimentalmente, bisogna operare in questo modo e non si troverà troppo alto il prezzo al quale fu conquistata per l'umanità una verità così di valore. In ogni modo il fatto è che al giorno d'oggi non si esita a dichiarare pazzo colui che non rinuncia alla costruzione di un perpetuum mobile. Un po' più debole è comunque la prova della proposizione contraria, che il valore-lavoro non può sparire in nulla. Non si è trovato quasi mai qualcuno che si sia occupato praticamente del problema di distruggere lavoro come pure di trasformare oro in piombo.

4) Assumendo l'impossibilità del motore perpetuo si ricavano leggi scientifiche
a) Leonardo:

Qualunque peso possa essere attaccato alla ruota, peso che sia la causa del movimento di questa ruota, senza alcun dubbio il centro di tale peso rimarrà al di sotto del centro dell'asse (della ruota). E nessuno strumento che gira intorno al suo asse può essere costruito dall'ingegno umano che sia capace di evitare questo risultato. O speculatori sul moto perpetuo, quante vane chimere avete creato in questa ricerca? Andate e prendete il vostro posto tra i cercatori d'oro

b) Cardano:
Per l'esistenza del perpetuum mobile un corpo che ha raggiunto la fine del suo percorso (naturale) deve essere riportato dietro all'inizio. Ma non è possibile portarlo indietro senza l'utilizzazione di qualche altra cosa. Pertanto la continuità del moto segue solo da ciò che è in accordo alla natura, o essa non è uniforme. Ciò che diminuisce sempre a meno che non sia rinnovato continuamente non può essere perpetuo

c)Stevino:



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